Il perfezionismo è una gabbia. Illude che raggiungendolo tutto sarà idilliaco, splendente e gioioso, ma nel tentare di raggiungerlo l’ansia e sentimenti di inadeguatezza prendono il sopravvento. Si instaura su un errore di ragionamento: bianco o nero, tutto o niente, dimenticandosi di tutto il mondo che c’è in mezzo, una scala di grigi con varie tonalità. E allora forse è importante monitorarsi e concentrarsi suoi piccoli passi che quotidianamente si possono fare per raggiungere un progresso, il risultato arriverà. E se arrivasse nel mentre un fallimento, sarà un qualcosa che guida per migliorarsi ulteriormente non la fine di tutto.
Se il perfezionismo vi causa di ansia, non siete i soli. La buona notizia è che ci sono molti modi per interrompere questo circolo vizioso.
Può sembrare opprimente non riuscire a soddisfare le proprie aspettative. Le pressioni della società, i grandi cambiamenti di vita e il continuo confronto sui social media possono rendere ancora più difficile convincersi di “essere abbastanza”.
Se vi è capitato di sentire una pressione intensa e irrealistica per essere “perfetti” o di essere ansiosi di non essere all’altezza del vostro “io migliore”, allora siete persone con tendenze perfezionistiche. Potete non convivere con questa ansia per sempre.
Che cos’è l’ansia?
L’ansia è un’emozione. Chiunque nel corso della propria vita la prova, ma quando inizia a ostacolare la propria vita, la carriera o le relazioni, sarebbe opportuno prendere in considerazione la possibilità di chiedere aiuto a un professionista della salute mentale.
I sintomi comuni dell’ansia possono essere:
- rimuginio
- pensieri intrusivi
- difficoltà di concentrazione
- ipo/iperfagia (cambiamenti nell’appetito)
- insonnia
- irrequietezza
Sebbene molti fattori possano contribuire all’ansia, uno di questi è il perfezionismo.
Che cos’è il perfezionismo?
Il perfezionismo implica una continua pressione a soddisfare standard estremamente elevati nonostante le conseguenze negative che tale incessante impegno comporti.
Da cosa deriva il perfezionismo?
Uno dei fattori più comuni che portano al perfezionismo è la bassa autostima. La convinzione di fondo che “se si è perfetti, forse allora si è abbastanza” e quindi ci si impegna intensamente a livello prestazionale per cercare di compensare quel senso di inferiorità. Può derivare da eccessive critiche ricevute nell’infanzia. I bambini, poi ragazzi e adulti, cercano perennemente di mostrarsi all’altezza delle aspettative altrui e interpretano gli errori come dei fallimenti intollerabili.
La perfezione può anche essere una manifestazione del desiderio di controllo: “Se riesco a controllare perfettamente questo risultato, allora posso controllare come mi sento e come si sentono gli altri intorno a me”.
È possibile imparare a gestire il perfezionismo. Il primo passo è riconoscerlo.
Segni di perfezionismo:
- pensiero rigido
- competitività
- sensibilità al giudizio
- standard irrealistici
- attenzione focalizzata su possibili errori
- procrastinazione o evitamento del compito
- sentimenti di vergogna o di colpa
- tendenza ad essere altamente critici nei confronti di se stessi e degli altri
- rabbia quando qualcosa va storto
Il perfezionismo può portare a sviluppare un disturbo mentale?
Il perfezionismo può essere concausa dello sviluppo di disturbi d’ansia e di altre condizioni di disagio mentale.
L’ansia può esacerbare il perfezionismo, e viceversa. Questo è vero soprattutto per chi ha un’autostima legata alla prestazione “se la performance non è perfetta allora non vado bene” e quando non si raggiungono le proprie aspettative, nel tal caso aumenta il senso di impotenza e di fatica cognitiva.
Il perfezionismo inoltre ha un ruolo rilevante nell’eziologia di:
- depressione
- disturbi alimentari
- disturbi da uso di sostanze
- disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)
- disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (DOCP)
- disturbo d’ansia generalizzato
- disturbo d’ansia sociale
Come gestire il perfezionismo e l’ansia?
Esistono vari modi per gestire e affrontare il pensiero perfezionistico e l’ansia. Ciascuna strategia funzionerà in modo diverso per ognuno, quindi non spaventatevi se vi sembra di non vedere cambiamenti, provate un’altra strategia di coping e capirete quale sia quella più adatta a voi.
Praticare l’autocompassione.
Siate gentili e accettanti con voi stessi come lo sareste con un amico. Permettetevi di essere un essere umano con i propri limiti e risorse.
Ancoratevi al qui e ora.
Radicatevi con il vostro corpo al presente. Sedetevi con i piedi ben piantati a terra o sdraiatevi e fate dei respiri profondi. Questa attività permette di sospendere il giudizio e aumenta le proprie capacità di defusione (capacità di prendere distanza) dai propri pensieri disfunzionali e problemi.
Siate imperfetti.
Impegnatevi in attività non orientate agli obiettivi. Disegnate, ballate, praticate uno sport, senza puntare ad un risultato perfetto. Sperimentate il fatto di poter essere imperfetti.
Apprezzatevi
Imparate a conoscere le vostre risorse, i vostri pregi, e non solamente i vostri difetti. Fate una lista di tutte le cose che vi piacciono di voi stessi, le vostre qualità personali, ciò che vi circonda che vi crea soddisfazione.
Disputate i bias cognitivi
Fate attenzione ai vostri pensieri che alimentano il perfezionismo. Come il “tutto o niente”. Non occorre essere i migliori in tutto per sentirsi amati e considerati.
Quando chiedere un aiuto professionale
Il supporto di un professionista può essere fondamentale quando la tendenza al perfezionismo diventa un ostacolo nella propria vita.
Se vi sentite bloccati, siete pervasi dall’ansia, l’umore è sotto i piedi, ricordatevi che potete sempre prenotare una consulenza psicologica online su Mama Chat.
Margherita Hassan, Psicologa e psicoterapeuta del team Mama Chat