Genitorialità

La violenza online, come si manifesta e quante forme di pericoli esistono?

Siamo sempre più connessi, a tutte le età. La rete nel corso degli anni è diventata sempre di più il luogo dove incontrarsi, confrontarsi, raccontarsi e sperimentare e costruire il proprio sé.
Luogo che incoraggia alcune interazioni sociali, magari anche trasgredendo qualche norma del mondo reale, e che spesso fa sottovalutare l’impatto che può avere sulla propria quotidianità offline. Tanti sono i reati che passano attraverso il digitale e coinvolgono giovani e adulti, con una maggiore frequenza sul sesso femminile, dai 10 anni di età.

L’impatto sulla salute psico-fisica può essere devastante, fino a essere concausa di gesti estremi, come il suicidio.

Come si manifesta la violenza online?

Molestie, diffamazione, bullismo, monitoraggio, adescamento, ricatti, vendetta, furto d’identità o di dati sensibili, condivisione di materiale privato senza il consenso. Queste sono forme di violenza che quotidianamente, purtroppo, avvengono in rete, spesso senza neanche averne la consapevolezza.

Se volessimo definirla, la cyberviolenza è l’uso di sistemi informatici per causare, facilitare o minacciare la violenza nei confronti di individui. Questi sistemi causano, o possono provocare, danni o sofferenze fisiche, sessuali, psicologiche o economiche. E possono includere lo sfruttamento delle circostanze, caratteristiche o vulnerabilità delle persone, a livello di singoli individui o gruppi.

Come mai è facile incappare in pericoli e reati online?

Siamo sempre più connessi, già da piccoli. La rapida diffusione degli smartphone incrementa il numero delle persone coinvolte da questi tipi di agiti. Abbiamo facilmente accesso in modo semplice e veloce a dispositivi informatici. Se non si è a conoscenza dei pericoli in cui potremmo incorrere, ecco che la rete diventa un’immensa ragnatela in cui restare incastrati.

La violenza online ha infatti delle caratteristiche:

  • Accessibilità: come detto prima, avere a portata di mano uno strumento informatico è
    facile e così la registrazione sui social media e sistemi di interazione e comunicazione;
    l’abusante ha quindi facilmente accesso al nostro mondo digitale e alle nostre
    informazioni.
  •  Anonimato e distanza: la vittima può non conoscere chi sia l’abusante e dove sia
    localizzato.
  • Diffusione e permanenza: la rete permette una veloce condivisione dei testi, immagini,
    video, informazioni, e queste possono restare online per molto tempo, se non per
    sempre.

Perché è importante parlarne?

I due mondi, offline e online, sono strettamente connessi. Gli effetti sul piano psicologico sono nella vita reale. Diminuzione dell’autostima e della fiducia in se stessi, stress, ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, per citarne alcuni. Le emozioni non si spengono chiudendo il pc/smartphone. E se anche lo facessimo, rischieremmo di restare disconnessi anche dal buono della rete, la possibilità di informarsi, conoscere ed esprimersi liberamente. È importante quindi promuovere un uso più sicuro e responsabile di internet, per proteggere noi stessi e i nostri cari. Soprattutto per quanto riguarda i giovanissimi, l’appello e il consiglio ai genitori è quello di instaurare un rapporto di comunicazione aperto, in cui il/la giovane si sente non giudicat* e protett* in caso di pericolo, e senta che i genitori sono li per proteggere e aiutare.
Chiedete periodicamente il cellulare e controllate tutto, follower, conversazioni, contenuti scambiati. E’ cosi che potrete effettivamente intercettare per tempo eventuali situazioni di rischio.

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