Le origini del massaggio neonatale
L’esecuzione del massaggio neonatale risulta essere una pratica molto antica e molto diffusa nella cultura Orientale, tramandata di generazione in generazione; il massaggio infantile fu, infatti, introdotto per la prima volta in Cina nel II secolo a.C..
Le ricerche condotte ai giorni nostri hanno trovato tracce di questa usanza in popolazioni di tutto il mondo: dagli eschimesi ai russi, dalle tribù africane ai popoli dell’attuale nord Europa, dalla Cina all’India, ma solo negli ultimi decenni, soprattutto in Occidente, è stata riscoperta come pratica quotidiana.
Il tocco affettivo
I sensi dei neonati si sviluppano in maniera graduale: prima quelli che hanno bisogno della vicinanza di un oggetto per poter evolvere, successivamente quelli che permettono di conoscere il mondo circostante e lontano.
Dei primi fa parte il tatto, il senso più importante, che si sviluppa dall’ottava settimana di gestazione. Il bambino inizia precocemente a fluttuare e muoversi all’interno dell’utero materno e, man mano che cresce, la pressione che il corpo della madre applica su di esso gli permette di entrare in contatto con ciò che lo circonda e stimola in maniera importante la sua pelle e il suo organismo. Inoltre, i movimenti della madre permettono al feto di essere massaggiato naturalmente dall’utero e di essere accarezzato dallo spostamento del liquido amniotico.
Successivamente alla nascita, questa sollecitazione viene garantita dal tocco dei genitori, che è fondamentale per il raggiungimento dello sviluppo ottimale del bambino.
Sulla base degli studi sull’innervazione della pelle dei primati, infatti, si è concluso che vi è una duplice innervazione tattile nella pelle umana, con fibre a rapida trasmissione, che hanno il ruolo di consentire una risposta rapida ed efficace a sfide potenzialmente legate alla sopravvivenza, e fibre a lenta trasmissione deputate alla segnalazione di un piacevole contatto pelle a pelle negli esseri umani, il cosiddetto tocco affettivo, con importanti effetti neurobiologici e comportamentali.
I benefici del massaggio neonatale
Appena nato, e per tutto il periodo dell’esogestazione, il bambino ha bisogno di essere accolto, contenuto e nutrito, esattamente come lo era nell’utero materno; il massaggio neonatale è uno dei sistemi più efficaci per ristabilire continuità tra la vita del bambino prima e dopo la nascita.
Una relazione ottimale offre un terreno fertile a livello affettivo ed emotivo, ma anche di stimolo alla crescita fisica, una guida sicura e coerente ed un comportamento prevedibile, che consente di anticiparlo e gestirlo, per sviluppare le basi dell’autonomia, della sicurezza e della fiducia in sé stessi.
Proprio in questo contesto si inseriscono i benefici del massaggio neonatale: tutto ciò che passa dal tocco è nutrimento, anche energetico. Il tocco e la stimolazione cutanea aiutano a promuovere lo sviluppo fisiologico del neonato negli aspetti fisico, emotivo, comportamentale e sociale.
Gli effetti positivi di questa pratica si riscontrano anche nei genitori; è stato dimostrato come il massaggio neonatale faciliti la transizione al ruolo genitoriale e permetta di rafforzare la relazione genitore-bambino, in quanto rappresenta il principale strumento di interazione all’interno della triade ed il mezzo principale di passaggio di informazioni e di comunicazione delle emozioni.
Benefici del Massaggio Neonatale per i bambini:
• Promuove il legame e l’attaccamento
• Promuove la connessione corpo, mente, spirito
• Aumenta l’autostima, il senso di amore, accettazione, rispetto e fiducia
• Migliora la consapevolezza del proprio corpo e la comunicazione
• Migliora il rilassamento e il rilascio dello stress accumulato
• Sostiene la buona funzionalità degli organi e rafforza tutti i sistemi corporei
• Migliora il sonno
Benefici del Massaggio Neonatale per i genitori:
•Migliora la capacità di legger ei segnali infantili
•Promuove il legame e le competenze genitoriali
•Aumenta la fiducia nei genitori
•Migliora la comunicazione verbale e non verbale
•Stimola il rilassamento e riduce lo stress, promuovendo il benessere generale
•Fornisce tempo di qualità da condividere
Si deduce, quindi, facilmente come il massaggio neonatale sia un’attività da fare “con il” e non “al” neonato. Non è una tecnica ma un modo di stare con il bambino, accessibile a tutti i genitori; è un modo di dialogare con il neonato in modo profondo, basato sul contatto fisico tra le mani del genitore e la sua pelle.
Massaggio neonatale: info pratiche
– Da quando? Il massaggio neonatale può essere effettuato fin dai primissimi giorni di vita e può essere continuato fino ai 12 mesi e anche oltre. Non è comunque mai troppo tardi per iniziare.
– In quale momento? Un buon momento per massaggiare il neonato può essere la sera, magari dopo il bagnetto, per favorire il rilassamento e il sonno.
– Dove? A casa, in un ambiente caldo e confortevole sia per il neonato che per i genitori (es. luci soffuse, musica rilassante, …).
– Come? Spogliare il neonato, lasciando solo il pannolino; se il neonato non gradisce stare completamente nudo, scoprire solo la zona che si sta massaggiando o massaggiare con la tutina addosso (senza olio).
– Che cosa serve? Olio vegetale puro spremuto a freddo (es. olio di mandorle).
Conclusioni
L’Ostetrica ha l’importante ruolo di diffondere la pratica del massaggio infantile tra i genitori in quanto, alla luce di tutti i benefici apportati, esso risulta essere uno strumento valido, efficace, pratico, semplice e centrale nell’ambito della relazione di cura. Infatti, i bambini percepiscono benefici a livello fisico ma anche socio-relazionale; tali benefici hanno conseguenze sul futuro, per esempio sul modo in cui la relazione con i genitori evolverà, sulla percezione di attaccamento e sul carattere del bambino stesso.
Inoltre, il massaggio neonatale permette il raggiungimento di un rilevante stato di benessere personale e familiare e questa pratica si è dimostrata essere un importante strumento di empowerment, in quanto i genitori riescono a raggiungere una percezione più attenta e sensibile nei confronti del bambino, che li porta a interpretare meglio i segnali che gli arrivano e ad agire in modo appropriato per rispondere ai suoi bisogni, sentendosi maggiormente efficaci e coinvolti nella cura del loro bambino.